Ci ho riflettuto: la transizione energetica dai fossili alle rinnovabili è segnata.
Dal momento che spesso il mercato ha dato prova di avere una forza propria distruttiva delle posizioni di rendita.
E che dunque fra non molto non ci sarà più una guerra tra fossili e rinnovabili.
Soprattutto perché per le classi dirigenti sarà sempre più difficile spiegare perché si “fossilizzano” con i fossili, che sempre più problemi di salute, ambientali e geopolitici causano.
Così la priorità sarà finalmente data alla produzione di energia tramite rinnovabili, oltre che all’efficienza energetica, ovvero ad attività che, a differenza della costruzione e della gestione delle grosse centrali attuali alimentati a gas e quindi con grosse risorse immobilizzate, non necessitano per forza di cospicui investimenti.
Questi lavori potrebbero quindi essere fatte da aziende piccole, in cui conta più il know how dei singoli che le economie di scala.
Purtroppo queste attività, in modo perfettamente legale, (ovvero in modo conforme alle leggi che sono state votate in questi anni, a loro volta conformi a quelle votate a Bruxelles, regno della centralizzazione), al contrario di tante belle parole saranno progressivamente centralizzate per quanto possibile, per venire incontro alle grandi aziende del settore, le quali, grazie alla posizione di oligopolio, si allineeranno alle tariffe/prezzi più alti facendo cartello, così come stanno facendo ora per i fossili.
Per non sbagliare la nostra classe dirigente ha intanto promulgato la delirante riforma della bolletta elettrica, che abbiamo approfondito in due articoli precedenti, e che è prodromica a questa centralizzazione.
Insomma alle grandi aziende del settore dell’energia (e lo stesso vale in tutti i settori), favorite in modo sistematico dalle norme emanate, non interessa più di tanto cosa vendere, che siano prodotti a vantaggio della collettività oppure no. L’importante è che i soggetti che forniscano il prodotto, che sia l’energia rinnovabili o la consulenza per fare efficienza energetica, siano pochi, e che siano questi pochi a fare il prezzo, con le aziende più piccole, e meno relazionate con il potere, destinate a sparire o ridotte al livello di semplici e poco pagati sub fornitori.
