
Circa mille anni fa Roma era una città di poche migliaia di abitanti, disperatamente povera anche rispetto a città vicine come Viterbo.
Lo era ancora di più, se paragonata a quelle che nello stesso periodo vivevano una progressiva apoteosi come Venezia, Firenze, Genova, Milano, e anche se paragonata ad altre che magari erano in declino, ma che tuttavia erano ancora prospere, come Amalfi e quelle longobarde (Cividale, Spoleto…). Poi, su un altro livello, c’era Palermo.
Così il periodo medievale di Roma è visto nell’immaginario come non degno di nota.
Eppure, nonostante Roma non fosse più al centro del mondo, come sarebbe poi tornata per fra il 1400 e il 1500, la vita vi ferveva.

E aveva bisogno di protezione. In particolare il suo territorio.
Cessata infatti la pax romana, allorché per secoli la città eterna era rimasta addirittura senza mura di cinta (non ce n’era bisogno, con le frontiere protette ai confini dell’impero), si avvertì l’esigenza di creare tanti luoghi fortificati.
Nacquero così, su insediamenti falisci (a proposito: scaricate l’ebook gratuito sui luoghi segreti dei falisci) abbandonati da secoli, numerosi incastellamenti, ovvero insediamenti abitati con fortificazioni.
Almeno una dozzina erano compresi nel quadrilatero sghembo di pochi chilometri quadrati fra Mazzano, Faleria, Nepi e Civita Castellana (la città “incastellata” per eccellenza, a metà strada con un altro numero incredibile di castelli situati più a nord).

Sono così numerosi per il fatto, di cui abbiamo raccontato nelle guide, che molti di questi erano parte di una sequenza di baluardi edificati contro le scorrerie dei saraceni, a protezione della ricca valle del Tevere e in particolare dell’abbazia di Farfa.
Fra tutti questi ricordiamo Castel Paterno, non distante da Calcata e Faleria, dove nel 1002 morì Ottone terzo a soli 20 anni. Il quale, se fosse vissuto più a lungo, avrebbe probabilmente cambiato (in meglio) la storia dell’Europa, facendo cessare la rivalità secolare fra il mondo franco-latino e quello tedesco, iniziata dalla battaglia di Teotoburgo.
E chissà; magari non saremmo arrivati a questo modello di unione europea forzata, fondata sulla finanza e sulle lobbies, e con il potere accentrato a Bruxelles e Francoforte, che ci immiserisce economicamente e culturalmente.
Come nel post dedicato ai mulini segreti a due passi da Roma, la caratteristica che identifica gran parte di questi fortilizi, è il fatto che nei secoli sono stati tagliati fuori dalle linee di comunicazione, allorché una volta ne erano il fulcro.
E in tutta la zona si trovava il sistema incastellamento alto sul fiume con mulino e cascata sottostanti.

E’ difficile oggi, giungendo in questi luoghi solitari, infrascati, a picco su forre vertiginose, immaginare che erano un tempo circondati da pascoli e coltivi e che erano al centro di un mondo dove la vita ferveva: conciatori, fabbri, agricoltori, pastori.
Della dozzina di incastellamenti che ho visitato nel tempo nel quadrilatero di cui sopra, ho descritto nel primo volume dei “Luoghi segreti a due passi da Roma” (trovate a questo link anche le indicazioni per raggiungere i quattro più sconosciuti, a parte il castello di Filissano, che si trova in un terreno privato).
Essi hanno le seguenti caratteristiche che li accomunano:
- sono incastellamenti medievali
- sono sorti su precedenti siti falisci
- sono praticamente sconosciuti
- sono stati edificati in luoghi spettacolari, sul bordo degli altopiani, a strapiombo su forre dalla natura integra.
Non potete dunque non andare in cerca di questi bellissimi e dimenticati ruderi a picco su forre selvagge!
Foto di copertina: Castello di Filissano.
