
C’era una volta un luogo segreto, Castel Porciano, che individuai tanti anni fa tra la vegetazione, a picco sulla grandiosa forra del Rio Cerreto non lontano da Nepi.
Uno della decina di incastellamenti medievali costruiti fra Mazzano Romano e Civita Castellana, componente della linea “Maginot” di fortificazioni, edificate a protezione dei porti sul Tevere (un tempo navigabile e importante via commerciale) e soprattutto dell’abbazia di Farfa contro le scorrerie dei saraceni, i quali venivano lasciati sfogare fino al Treja, ma poi andavano fermati.

Per inciso abbiamo visto in passato altri straordinari incastellamenti in zona: il castello d’Ischia e il castello di Filissano (quest’ultimo vi rammento di non andare a cercare, essendo ormai, mi è stato riferito, in un terreno privato). Oltre a tutti quelli famosetti nei pressi di Calcata: Castel Foiano, Castel Paterno ecc.
Dico “c’era una volta un luogo segreto”, perché qualche anno fa hanno affisso delle (scarne) indicazioni per giungervi.
E non dovrei quindi dedicarvi un post, visto che non è appunto più segreto.

Ma siccome Castel Porciano è troppo suggestivo per non parlarne, ho aggiunto un altro luogo ignoto praticamente a tutti e a poca distanza, che risponde invece a tutti i 6 requisiti necessari perché un luogo vicino a Roma sia considerato segreto:
- è praticamente sconosciuto. Spesso anche agli abitanti dei dintorni;
- non è generalmente indicato nelle guide escursionistiche più comuni;
- non ci arriva alcun sentiero segnato;
- l’ubicazione non è semplice da individuare;
- è vicino a Roma (non più di 30 KM dal GRA);
- è sufficientemente suggestivo.
Il fiume di Smeraldo particolare
Dopo avere dunque perlustrato il non più segreto ma sempre incantevole Castel Porciano, dove come in tanti altri luoghi a nord di Roma è indissolubile il rapporto fra l’uomo e la pietra, si passa dal pianoro sommitale assolato e coltivato, a un non luogo fatto di grotte, boschi…e acqua.

Ovvero una valletta boscata, solcata da un corso d’acqua senza nome, che ho chiamato a mia discrezione
Il Fiume di Smeraldo, a meno di 30 chilometri dal GRA, che si getta dopo poco a capofitto nel Rio Cerreto.
E le foto riportano questo spettacolo di cui io, non essendo né biologo, né chimico, non conosco la causa.
A completare il quadro: poco lontano c’è una sorgente effervescente di acqua ipotermale, dallo splendido colore ceruleo.
In uno dei prossimi post andremo in cerca di altri due luoghi strepitosi: uno segreto, la grotta dell’Arnaro, e uno no, la cascata del Picchio, situati davanti a noi, dall’altra parte della maestosa forra del Rio Cerreto.

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