
Dopo avere illustrato il mondo del monitoraggio tramite internet, dopo avere verificato le potenzialità del monitoraggio in ambito risparmio energetico, e avere quindi visto
- che il controllo a distanza per il monitoraggio degli impianti non va considerato “un onere” ma un ” investimento”, al fine di ottenere vantaggi anche in funzione della preservazione degli impianti tecnologici e al fine di consentire graduali e costanti miglioramenti in risparmio energetico
- che è inutile avere apparecchi estremamente efficienti usati in malo modo: accesi in strutture vuote, impostati su temperature inutilmente elevate, o peggio ancora manomessi da manutentori senza conoscenza delle dinamiche per esempio di una pompa di calore (in cui non basta “alzare la manetta” per avere più servizio, ma casomai il contrario)
- che la consultazione dei processi può essere effettuata attraverso internet con PC. smartphone, tablet, e in modo simultaneo da vari utenti
- che è ormai fondamentale l’integrazione automatica (anche “in cloud” ) con sistemi ERP e di gestione del patrimonio immobiliare
possiamo finalmente connettere anche i concetti di Building Automation e risparmio energetico, e meglio descrivere cos’è la Building Automation (B.A.), così utile alle funzioni sopra accennate.
Per comprendere cos’è la B.A. azzardo il seguente paragone:
così come durante l’evoluzione si è passati da un sistema nervoso rudimentale con riflessi condizionati e “a settori”, al cervello che conosciamo, che controlla e integra i vari “settori” del corpo, facendo quindi fare un salto di qualità gigantesco a ciascun pezzo del sistema nervoso controllato;
allo stesso modo siamo passati da uffici e fabbriche con impianti tecnologici rudimentali e circoscritti (condizionatori singoli ecc.), a uffici e fabbriche con impianti tecnologici sofisticati, tali da rendere questi ambienti confortevoli e sicuri come una seconda pelle (altro paragone anatomico), ovvero impianti tali da garantire condizioni ottimali oltre la prima pelle, e controllabili appunto da un “cervello”, che localmente/remotamente controlla e integra i diversi impianti.
La B.A. fondamentalmente arricchisce gli immobili di informazioni supplementari provenienti dai diversi impianti, che vengono correlate. Un’unione di materia, energia e informazione.
Non possiamo a questo punto non soffermarci nuovamente sul “miracolo” tecnologico di essere riusciti ad ottenere in pochi anni protocolli di comunicazione – una volta proprietari e non comunicanti – fra loro dialoganti e intercambiabili.
Non si pensa infatti mai (direbbe Alberto Angela) quanto sia stato rivoluzionario avere costretto i gruppi leader dei sistemi di controllo come Siemens, Honeywell, ABB, Schneider ecc., a rendere appunto disponibili sui loro impianti tecnologici protocolli di comunicazione non proprietari, se pur, spesso, con aumenti di costo.

Così i protocolli, considerati “segreti industriali” a tutela delle posizioni consolidate, sono stati man mano resi dialoganti, con un enorme sforzo a livello informatico (come hanno per esempio fatto i tecnici dell’azienda con cui collaboro, per far appunto dialogare fra loro per esempio impianti Siemens e di altri produttori).
E i costruttori che vogliono continuare a stare sul mercato, ora rendono disponibili le mappature per la decodifica dei dati prodotti dai loro impianti.
Il mercato ha anche in questo caso dato prova di avere una forza distruttiva delle posizioni di rendita, pressando per avere protocolli aperti, così com’è accaduto di recente nei settori computing e telecom.
Riassumendo, nonostante le soluzioni ‘chiuse’ siano robuste e abbiano un comportamento altamente prevedibile, vengono ove possibile sostituite da sistemi di comunicazione scalabili e aperti, che per inciso sono i mattoni per l’Internet of Things e per le smart cities!
Nel prossimo post vedremo un caso pratico di B.A. attuato da una delle aziende con cui collaboro.

Intanto un esempio pratico:
dall’accensione e spegnimento in locale di una caldaia, siamo passati all’accensione e spegnimento tramite un comando dato localmente, fino ad arrivare alla diagnostica della caldaia a distanza.
E la diagnostica in remoto della caldaia ha consentito alle utilities e agli installatori di creare valore reale agli utenti, facendo risparmiare sui costi legati al riscaldamento, e permettendo di godere di un servizio migliore. Per esempio quando l’inquilino non è in casa, la caldaia si setta automaticamente sulla modalità di risparmio energetico.

luigi plos