E questo è il nono (di trenta inediti) itinerario inedito della prossima e ultima guida.
Continuando in senso orario siamo passati nel territorio di Castelnuovo di Porto.
Torniamo a Belmonte dopo cinque anni ma arrivandoci “alle spalle”.
Aggireremo infatti la fortificazione e la prenderemo alle spalle per il tramite della direttissima dal fosso della Mola,
sorprendendo così i difensori, che non si aspetteranno l’attacco dal lato meno agevole.
Già etrusca, Belmonte è un incastellamento altomedievale ricco di fascino su una rupe alla confluenza di due fossi, uno dei quali, quello di Acquaforte, stupefacente.
Fu edificato al termine di uno stretto ed allungato altipiano.
Colpiscono i singolari passaggi fra le rocce e il consueto connubio di torre, grotte sottostanti, condotti idraulici
Se uniamo le splendide cascate (prossimi due capitoli), l’ambiente selvaggio, le prime case di Castelnuovo di Porto in lontananza, ci troviamo, come spesso accade nei pressi di Roma, ad avere a che fare con una serie di “oggetti” eterogenei e disambientati, pur trovandosi vicini.
Una costante di molti di questi siti è il fatto che in quasi tutto il territorio intorno alla Capitale la frequentazione ininterrotta nel tempo risale a epoche remote.
E la densità abitativa è stata spesso maggiore di quanto sia adesso.
La prova è la grande quantità nei dintorni della città. Il tutto in ambiente naturale che non sembra di stare a pochi chilometri da Roma.
A questo proposito mi ha sempre incuriosito il fatto che la malaria – in particolare nel Medioevo – non tenesse lontana la popolazione da queste e da altre zone.
Non essendo uno storico, e non avendo trovato risposte convincenti, mi sono divertito a cercare varie possibili soluzioni a questo quesito:
forse, per via di un clima più secco, la diffusione della zanzara anofele non era cosi diffusa come sarebbe avvenuto dal 1500 alla fine del 1800 (finché con il chinino e le bonifiche il fenomeno fu debellato);
forse nel Medioevo erano ancora in funzione le opere di bonifica fatte dagli Etruschi, dai Falisci e dai Romani;
forse all’inizio del 1500, con l’inizio dei commerci con altri continenti, arrivarono specie di insetti con parassiti più aggressivi.
Probabilmente l’arrivo/aumento della malaria fu dovuto a un mix dei fattori sopra citati.
Nella prossima e ultima guida “L’avventura fa 90” leggerete di come giungere a Belmonte in modo, appunto, inedito, per il tramite della “direttissima” dalla Mola di Sopra, il sorprendente complesso mola millenaria più cascata.