
Belmonte a Castelnuovo di Porto.
Con un po’ di apprensione, causa maltempo, si è iniziata la camminata che ci ha portati in un luogo dimenticato dall’uomo e dove il tempo sembra essersi fermato.
La pioggia è stata benevola, ogni tanto qualche goccia come a dire: “sbrigatevi… non posso aspettare poi tanto!”. E il nero nuvolone sopra di noi: “Faccio fatica a trattenerla!”
Non curanti degli avvertimenti, iniziamo ad andare!
Il percorso è agevole fino all’attraversamento di un ponte medievale quasi invisibile, avvolto nella vegetazione. Attraversato il quale ci troviamo immersi in una natura selvaggia e inospitale.

Si sale, cercando di evitare rovi ed arbusti, ma non riuscendo ad evitare qualche scivolone nel fango. Salendo gradoni di roccia ripidi e scoscesi.
Dopo varie peripezie e superando da ultimo uno stretto passaggio tra le rocce si arriva in uno spazio aperto: la Cresta tufacea di Belmonte.
I fianchi scoscesi nascondono quelle che potrebbero essere state abitazioni di popoli antichi.
I primi coloni furono sicuramente della vicina città di Veio. Grotte di cui oggi rimane poca cosa risucchiate dalla vegetazione o soggette a crolli.
Sul punto più alto del pianoro si può vedere il poco che resta di una torre medievale e qualche mozzicone di muro, sempre dello stesso periodo.
A causa della peste del 1348, del terremoto del 1349, delle invasioni barbariche, tutti i piccoli villaggi che gravitavano intorno a Belmonte e Belmonte stesso furono abbandonati.

E, si sa, l’unione fa la forza, si riunirono in un unico nucleo, in quel di Castelnuovo.
Una ripida discesa, tra le rocce e l’impervia vegetazione, ci riporta a valle dove le acque di Sant’Antonino e di Costa Frigida si incontrano. Sulle rive ancora ben visibili i canaletti per la lavorazione del lino e i resti di tre vecchie mole per la macina del frumento.
E nonostante l’ombra dei nuvoloni grigi che oscurano la valle, rivoletti e cascatelle, lungo il corso del fosso, ci mostrano stupefacenti colorazioni dovute ai minerali presenti nell’acqua.
Mentre lo sguardo si perde sulle terre di Veio, respirando la storia.
(N.d.r.: troverai informazioni su come giungere in questo luogo straordinario nella prima delle tre guide ai “Luoghi segreti a due passi da Roma“. Andremo poi, ivi, il 14 ottobre p.v.)
!)
