
Come è nato il mio desiderio di andare alla scoperta dei luoghi segreti? Non ricordo esattamente, visto che fin da bambino, allorché passavo le ferie dai nonni in campagna, a differenza degli altri frugoli andavo in cerca di posti insoliti, rischiando più di una volta di cadere in fossi e in buche del terreno, di aizzare vespe e api, di “sfruculiare” vipere ecc.
Quando mi sono poi accorto di questa specie di talento, che mi faceva scoprire con facilità i luoghi segreti?

Abbastanza tardi: a 26 anni.
Allorché, nell’estate del 1991, andai con gli amici, con i quali stavo trascorrendo una vacanza non lungi da S.Teresa di Gallura, a cercare l’allora sconosciuto villaggio nuragico di Tiscali, celato all’interno di una grotta gigantesca nella zona più selvaggia d’Italia: il Supramonte. Molto tempo prima che questo sito desse il nome alla compagnia telefonica.
Ad un certo punto del cammino incontrammo degli escursionisti che tornavano indietro sconsolati, non avendo trovato il modo di giungere a Tiscali.
Anche i miei amici, sufficientemente annichiliti dal sole e dal caldo, volevano tornare indietro. Io insistetti per continuare (e devo dire che questo fatto di voler per quanto possibile continuare, in particolare in montagna, mi ha fatto rischiare la vita più di una volta).
E dopo aver camminato ancora per un pezzo, intuii che uno stretto passaggio fra le rocce doveva portare verso la grotta.
Ci avevo preso. E mai mi ero sentito prima così “Indiana Jones”. Oltre al fatto che compresi appunto di avere la prerogativa di scoprire con facilità luoghi segreti.

Un posto straordinario come Tiscali non poteva rimanere a lungo segreto. Infatti le associazioni di guide locali hanno ormai tracciato il sentiero e messo anche l’ingresso a pagamento alla grotta. Il che è giusto, per poter rivitalizzare un po’ la sempre più misera economia locale, massacrata dall’euro e dalla globalizzazione.
Ma vicino a Roma ci sono luoghi diversamente straordinari rispetto a Tiscali, e grandiosi a modo loro, per raggiungere i quali nessuna associazione traccia sentieri di sorta.
Luoghi che sono stati per anni per il mio “terreno di caccia”, scoprendone tantissimi.
Ho così effettuato negli ultimi anni un’opera di approfondimento, che ha portato alla prossima pubblicazione del primo libro “Luoghi segreti a due passi da Roma”.
Si tratta quasi sempre di siti pressoché incontaminati come per esempio le mole lungo il Fosso di S.Antonino.
Siti che si trovano in equilibrio delicato, ma che sono rimasti integri nei secoli (alcuni da migliaia di anni, come le opere idrauliche della valle dell’Arrone), dal momento che sono situati in zone difficilmente raggiungibili, fangose/acquatiche, “scarrupate” e senza sentieri. E sparsi in un territorio che, almeno in Italia, non ha pari come peculiarità.

Cosa mi spinge alla scoperta dei luoghi segreti?
Il fatto che si tratta di uno splendido surrogato alla montagna, che sono escursioni che portano via poco tempo e poi che è del tutto coerente con i miei valori.
A cominciare dall’avversione nei confronti della massificazione dei gusti, che fa presa in particolare dove la popolazione non ha più un legame con il proprio territorio, e preferisce il weekend a Lisbona o a Berlino anziché relazionarsi con il proprio territorio per meglio conoscerlo. Per poi ulteriormente ridursi al profilo unico di consumatore globale. Cosa che annienta la cultura, dal momento che quest’ultima esiste solo là dove vi sono almeno due culture che dialogano e si relazionano (by Diego Fusaro).

Per questo sento la necessità di valorizzare il fantastico paesaggio agrario, e non solo, intorno a Roma, che è non solo utilità ma anche bellezza e diversità biologica, grazie all’intervento di generazioni di uomini che hanno valorizzato e accresciuto questa diversità, che poi è alla base della cultura agroalimentare che stiamo rapidamente perdendo con la globalizzazione.
E sento la necessità di ripetere, come già fatto nello scorso post, che possiamo andare alla scoperta dei favolosi luoghi segreti nei dintorni di Roma, che sembrano distare 1.000 o 10.000 chilometri, ma che sono a meno di un’ora di macchina, o di pulman, o di treno, o di bicicletta da Roma.
