
Vi ricordate del Ponte Lupo, la più massiccia arcata di acquedotto romano al mondo (18 metri di spessore)?
Siamo stati due volte, in questo blog, a visitare quest’opera magnifica, che in altri paesi sarebbe un monumento nazionale, mentre da noi è accuratamente celata in una valle bellissima e sconosciuta a poca distanza da Roma. Potrete comunque leggere in merito tutte le informazioni nelle due guide di prossima pubblicazione: Luoghi segreti a due passi da Roma.
Ma non c’è solo il Ponte Lupo. Nell’area compresa fra Poli, Tivoli e Gallicano ci sono infatti molte altre realizzazioni romane. Le più visibili sono le arcate che permettevano agli acquedotti di superare i numerosi valloni presenti in questa zona, la maggioranza delle quali, a differenza del Ponte Lupo, sono visitabili.

Non mi stanco di ripeterlo: gli acquedotti romani sono stati la più grandiosa opera di ingegneria civile perlomeno fino al 1800.
Ma, Luigi, che ci fa un post su luoghi non ignoti in una rubrica dedicata ai luoghi segreti a due passi da Roma? Beh! Innanzitutto perché questi siti straordinari meritano di essere conosciuti e poi perché alla fine andremo in un luogo che risponde appieno ai sei requisiti necessari per essere descritti in questo blog:
- devono essere praticamente sconosciuti. Sovente anche a chi abita nei pressi;
- non devono trovarsi di solito nelle guide escursionistiche più comuni;
- non devono essere raggiunti da sentieri segnati;
- non devono essere semplici da individuare;
- devono essere suggestivi; e ovviamente
- devono essere nei pressi di Roma (non più di 30/35 KM dal GRA. Per quanto la maggior parte dei luoghi segreti da me descritti disti pochissimi chilometri dal GRA).

Dopo questo necessario mini-ripasso iniziamo il percorso di oggi, consapevoli che avremo il tempo di vedere solo un piccolo numero di questi ruderi grandiosi.
Usciti dall’autostrada al casello di Tivoli, ci dirigiamo verso Gallicano, seguiamo le indicazioni per S. Vittorino e sotto passiamo un fiabesco arco di roccia. Dopo poco ci troviamo in un borgo solitario, S. Vittorino, che sembra distare mille chilometri da Roma, e invece siamo ancora nel comune di Roma.
Presso Gallicano troviamo Ponte Terra.
E’ una delle consuete geniali realizzazioni dei romani: un tunnel che ci ricorda le tante gallerie etrusche che abbiamo visto in questo blog, scavato al fine di incanalarvi l’acqua e poter così costruire il Ponte di Terra, dal quale siamo scesi senza avvedercene e che ci sovrasta.
Da S. Vittorino fino al Ponte Amato la strada è magnifica, poco trafficata e in mezzo a verdi colline. Su una di queste a destra sorge l’unica abitazione in circa 10 chilometri di percorso, ovvero il castello di Passerano, privato, ma splendido anche se visto solamente dalla strada.

Riprendiamo la macchina, torniamo indietro e dopo l’arco di pietra giriamo alla seconda a sinistra verso Palestrina.
Giunti a un trivio abbiamo a destra la Prenestina che viene da Roma, mentre davanti abbiamo la strada per Palestrina. No! Ancora non andiamo a Palestrina.
Giriamo invece a sinistra, seguendo le indicazioni per Gallicano (grazioso paese costruito su una cresta fra due forre) ed entriamo nella scura tagliata dove passava la Prenestina antica, con sulla destra una piccola chiesa scavata nella roccia. Anche qui possiamo provare sensazioni particolari. Un po’ come nel fosso di Ponte Terra.

Arriviamo quindi in un punto di snodo fondamentale: alla nostra destra c’è il bellissimo Ponte Amato e la Prenestina antica, mentre a sinistra dobbiamo fare caso a una strada bianca, all’inizio della quale c’è un pannello con le indicazioni per il sentiero degli acquedotti.
Parcheggiamo e imbocchiamo questa strada bianca. Camminiamo per circa venti minuti avvistando prima i resti dell’acquedotto della Bullica e poi, sotto un ponte, in basso e alla nostra sinistra, gli impressionanti resti di ponte Pischero
Ehi Luigi; finora ci hai parlato di luoghi molto belli, ma raggiunti da sentieri e niente affatto sconosciuti. Ci vuoi parlare del luogo segreto di oggi? Eccolo! Ed è sempre a pochi chilometri da Roma.
Lungo il fosso attraversato dal Ponte Taulella, un’altra arcata di acquedotto superba e poco distante da Gallicano, dietro una macchia di rovi e a poca distanza dalla strada, esiste un non luogo con una straordinaria commistione di opere idrauliche, vegetazione rigogliosa, ambiente di forra, e cascatelle che si gettano laghetto limpidissimo (foto di copertina).
Dico non luogo, perché sono ivi riuniti, in poche decine di metri, elementi apparentemente disassemblati, che nulla sembrano avere a che fare l’uno con l’altro, e nulla sembrano avere a che fare con le sovrastanti abitazioni e campi coltivati.
Da questo laghetto, alimentato dalla Mola di Pance, inizia il Fosso di Mola di Pance, che dopo sette anni riserverà una sorpresa pazzesca.

Una sorpresa anche per me, che ormai vicino Roma pensavo di avere visto tutte le varietà di laghi/cascate/opere idrauliche!
Riassumo i 5 ponti/arcate di acquedotti, fra i tanti nei pressi di Gallicano, di cui abbiamo parlato:
- Ponte Lupo, il più grandioso e sconosciuto
- Ponte Taulella
- Ponte Pischero
- Ponte della Bullica
- Ponte Terra, l’unico dei cinque ad essere stato costruito per farci passare una strada, anziché un acquedotto
(Magari la prossima volta visiteremo il Ponte Amato e gli altri ponti rimanenti)
